11 ottobre. Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro

di Euroroma 09/10/2015 ECONOMIA E WELFARE
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L’Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro celebra la 65ᵃ edizione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro con un manifestazione nazionale a Roma e in tutta Italia in collaborazione con l'INAIL. A  Roma la manifestazione principale si tiene presso l’Auditorium della Direzione Centrale dell’INAIL, mentre in tutta Italia si terranno incontri, dibattiti, cortei che porteranno all’attenzione dell’opinione pubblica il tema, purtroppo sempre d’attualità, della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ad accompagnare la giornata quest’anno un slogan significativo che recita “La fortuna non è un dispositivo di sicurezza”.  

All’incontro, che si terrà presso l’INAIL, interverranno sui temi della sicurezza e della tutela delle vittime del lavoro oltre Presidente nazionale ANMIL Franco Bettoni, il Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Franca Biondelli (delegata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti); il Segretario della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato, la Senatrice Serenella Fucksia; il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano; il Presidente dell'INAIL, Massimo De Felice e il Segretario Confederale CISL, Giuseppe Farina. Nel corso della cerimonia ci saranno testimonianze di alcune vittime del lavoro.

Sul tema della sicurezza sul lavoro l’attenzione non dovrebbe mai scemare, come pare stia accadendo da qualche tempo, un’attenzione che dovrebbe cominciare dal riformare una legislazione quanto meno inadeguata se ci si riferisce alla normativa del Testo Unico del 1965 in materia di assistenza. Durante la giornata si discuterà anche delle iniziative più efficaci messe in atto a livello locale per la prevenzione degli infortuni.

Il bilancio ufficiale per l’anno 2014 che emerge dall’ultimo Rapporto INAIL si è chiuso con un calo di circa 32mila infortuni, passati dai circa 695.000 casi denunciati nel 2013 ai 663.000 del 2014, per una variazione pari a -4,6%, dunque una flessione inferiore a quella che si era registrata negli anni precedenti (era stata pari a -6,8% nel 2013 e a -8,8% nel 2012). Tali dati destano una preoccupazione considerevole se si guarda ai casi mortali che nello stesso anno sono stati ben 662.

Proprio in vista della giornata dell’11 ottobre appare utile citare l’ultima ricerca Istat, pubblicata nel dicembre dello scorso anno dal titolo “Salute e sicurezza sul lavoro”, nel quale vengono rilevati gli infortuni sul lavoro; i problemi di salute causati o aggravati dall'attività lavorativa; la percezione dell'esposizione ai fattori di rischio sul luogo di lavoro.

Ecco i Numeri:

Sono 714 mila le persone che nei 12 mesi precedenti l'intervista dichiarano di aver subito almeno un infortunio sul luogo di lavoro o durante il tragitto casa-lavoro (2,9% degli occupati e dei non occupati che nello stesso periodo hanno svolto un'attività lavorativa contro i 937 mila del 2007, il 3,7% del totale).

Le persone che dichiarano malattie o problemi di salute causati o aggravati dall'attività lavorativa negli ultimi 12 mesi sono 2 milioni 282 mila, il 5,4% del totale della popolazione degli occupati e dei non occupati con precedenti esperienze di lavoro (era il 6,9% nel 2007). La quota è più alta fra gli uomini (5,7%) rispetto alle donne (5,1%) e fra gli italiani (5,5%) rispetto agli stranieri (4,7%).

Oltre la metà di quanti dichiarano disturbi di salute lamenta un problema osseo, articolare o muscolare (59,0%), in particolare alla schiena (29,5%). Problemi di salute di natura psicologica come lo stress, la depressione e l'ansietà sono avvertiti dall'11,9%.

Oltre 17 milioni di occupati (il 76,6% del totale) percepiscono nello svolgimento del proprio lavoro la presenza di almeno un fattore di rischio per la salute; il 74,7% si sente esposto ad almeno un fattore di rischio fisico (degli 8 indagati) mentre il 27,0% ad almeno uno dei fattori di rischio psicologico (dei 3 indagati).

12,7% è il numero di stranieri che hanno subito un infortunio rispetto al totale, a fronte di una occupazione pari a circa il 10 per cento dei lavoratori totali in Italia e a una popolazione straniera residente pari nel 2013 al 7,3 per cento del totale. I lavoratori stranieri si infortunano proporzionalmente di più – e qui parliamo solo di infortuni regolarmente dichiarati – perché sono in media più giovani e più mobili, e quindi ci sono anche molti meno stranieri in pensione o disoccupati. Gli infortuni nel 2013 hanno riguardato il 3,3 per cento dei lavoratori stranieri e il 2,8 per cento di quelli italiani, in parte anche perché gli stranieri sono spesso impiegati in settori a più elevato rischio di infortunio, come nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni.

50%, è la percentuale degli infortuni legati ai tre settori più interessati in termini assoluti: industria in senso stretto (27,2 per cento), commercio (12,4 per cento), costruzioni (11,1 per cento). Se invece consideriamo gli infortuni in funzione degli occupati, risulta più rischiosa l’attività in agricoltura col 3,5 per cento degli occupati che ha denunciato un infortunio, seguita dal settore trasporto e magazzinaggio e da quello delle costruzioni, entrambi col 3,4 per cento degli occupati. Rispetto al 2007, precedente anno di riferimento del rapporto ISTAT, risulta in netto calo l’incidenza degli infortuni nel settore sanità e costruzioni.

55-64 è la fascia di età percentualmente più soggetta a infortuni, pari al 3,3 per cento degli occupati. Sempre in proporzione, si infortunano più lavoratori al Centro (il 3,1 per cento del totale) e più spesso gli uomini che le donne, 3,3 contro il 2,2 per cento.

193mila: sono gli infortuni in itinere, quelli cioè occorsi al lavoratore durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, oppure durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore ha più rapporti di lavoro. Da ricordare che solo con l’introduzione del DLgs. 38/2000 tali infortuni sono stati inseriti nella tutela assicurativa INAIL. Ad oggi risultano pari al 27 per cento del totale.

2.282.000. Sono le persone che dichiarano di aver sofferto di malattie o problemi di salute ritenuti causati o aggravati dall’attività lavorativa, escludendo gli infortuni, cioè il 5,5 per cento del totale degli occupati e dei non occupati con precedente esperienza di lavoro.

 Numeri che illustrano chiaramente quanto rilevante debba sia il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e di conseguenza quanto decisiva debba essere una risposta adeguata e funzionale di tutte le istituzioni coinvolte.


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